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mercoledì 9 marzo 2016

Our fault - immigration


Mitja fece uno strano sogno, che non aveva nessun legame apparente nè con quel luogo, nè con quel momento. Gli sembrava di viaggiare nella steppa, in un posto dov'era stato molto tempo prima, quand'era militare, e di trovarsi su un calesse a 2 cavalli che correva nella fanghiglia, guidato da un contadino... Ed ecco apparire non lontano un villaggio, si scorgono le casupole nere, nere, ma metà delle casupole è bruciata, si vedono solo delle travi bruciacchiate. E sulla strada, all'ingresso del villaggio, ci sono delle donne allineate in fila, tante donne, una lunga fila... Una, specialmente, all'inizio della fila... porta in braccio un bambino che piange, e le sue mammelle devono essere così aride, non devono avere nemmeno una goccia di latte. E il bambino piange, piange, tende i braccini nudi che sono quasi violacei dal freddo, con i piccoli pugni chiusi... “E' il bimbino che piange.” Gli piace che quell'uomo abbia detto bimbino: gli pare che ci si senta più compassione... E sebbene le sue domande siano stupide e assurde, tuttavia egli sente dentro di sè che desidera fare proprio queste domande, e che, anzi, bisogna farle... sente che ha voglia di fare qualcosa per tutti, perchè il bimbino non pianga più.
E io andrò là per quel bimbino. Perchè noi rispondiamo di tutti, siamo colpevoli per tutti. Per tutti i bimbini, perchè ci sono bambini piccoli e bambini grandi. Tutti siamo dei bimbini. E io andrò là per tutti. Io non ho ucciso mio padre, ma devo andare là. Accetto... Oh, sì, noi saremo in catene, noi non avremo più la libertà, ma proprio allora, nel nostro grande dolore, rinasceremo alla gioia, senza la quale l'uomo non può vivere, nè Dio esistere, perchè è Dio che dà la gioia, è questo il suo privilegio, il suo grande privilegio... Signore, che l'uomo si consumi nella preghiera!... Se loro cacceranno Dio dalla terra, noi lo ritroveremo sotto terra! Per un forzato è impossibile vivere senza Dio, ancora meno possibile che per un uomo libero! E allora noi, uomini chiusi sotto terra, dalle viscere della terra innalzeremo un tragico inno a Dio, che possiede la gioia!

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